La plasticità della mente empatica

Hands holding one another on a table in prayer

L’empatia consiste nella capacità dell’essere umano di comprendere e fare propria la condizione di un altro.

Cosa si cela dietro un atto altruistico? Un cinico risponderebbe che ogni gesto apparentemente disinteressato cela in fondo un secondo fine. Quella stessa persona potrebbe, però, rimanere impressionata dai risultati di alcuni studi neuroscientifici che mostrano le mirabili caratteristiche della mente empatica.

Un esperimento recente prevedeva che alcuni partecipanti fossero sottoposti alla risonanza magnetica funzionale. Le persone visionavano, quindi, una serie di “X” (che indicavano una probabilità del 17% di ricevere una leggera scossa elettrica) e di “O” (che simboleggiavano l’assenza di eventuali scariche) su uno schermo. Le analisi effettuate hanno mostrato che quando sopraggiunge la possibilità di subire uno shock, le zone del cervello coinvolte nella risposta alle minacce diventano più operose.

Cosa succede se durante la prova si viene assistiti da un amico?

Il cervello dell’amico coinvolto nell’esperimento reagirà come quello di chi sta per sopportare la scossa. Un risultato ancora più interessante si è ottenuto quando i due soggetti si stringevano la mano. L’attività nelle regioni di risposta alle minacce di entrambi gli individui è risultata minima. Un’insidia affrontata con la vicinanza di un caro ci fa, quindi, meno paura. Uno degli autori della ricerca, James Coan, ha così commentato questo importante dato: “Lo studio dimostra la notevole capacità del nostro cervello di modellarsi per diventare più simile a quello di chi ci è vicino. Le persone che ci sono accanto rappresentano una parte di noi stessi. Ci sentiamo in pericolo quando un amico non è al sicuro assorbendo le sue stesse sensazioni e maturando le medesime reazioni.”

L’empatia nella coppia funziona alla stessa maniera?

A tal proposito è stata condotta una ricerca simile alla precedente, ma questa volta i partecipanti erano marito e moglie. Quando i soggetti tenevano la mano del coniuge le aree cerebrali di risposta alle minacce erano significativamente meno attive. Inoltre, migliore è la relazione coniugale, maggiore sarà l’effetto positivo del contatto. Degli studi successivi hanno poi dimostrato che la semplice presenza della nostra dolce metà nella stanza è in grado di rendere la mente meno allertata.

 

Tutti sappiamo quanto sia terribile assistere alla sofferenza di qualcuno che amiamo. Allo stesso modo, quando ci troviamo ad affrontare un momento difficile sentiamo il bisogno di avere vicino chi ci è caro. E’ affascinante poter constatare che i tratti essenziali della nostra umanità, prendono forma proprio lì, all’interno di quella mente che non ci fa solo pensare, ma anche sentire e amare.

 

 

Noemi Servizio