La leadership che porta risultati e soddisfazione pt.1

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Creare un circolo virtuoso

Ci siamo mai chiesti quanto sia cruciale il ruolo di una leadership adeguata per creare un ambiente di lavoro favorevole? E quanto un ambiente di lavoro favorevole sia predittivo di un successo duraturo di un’azienda? A considerare bene, queste catene di relazioni causa effetto, per quanto possano sembrare ardite, hanno un razionale molto preciso.

La leadership può essere definita solo in relazione al contesto definito in cui si esprime. Inoltre, il leader (colui che guida), per essere definito tale, deve essere riconosciuto dai follower (chi segue ed esegue). Proseguendo nel ragionamento, potremmo dire che i “follower” riconosceranno i leader in funzione delle sue abilità di guida, di comunicazione e di capacità di coinvolgimento. E allora, quale potrebbe essere la ricetta per creare una eccellente sinergia della diade leader-follower? Proviamo a vedere.

  1. Formulare gli obiettivi con specificità e successivamente monitorare e comunicare gli stati di avanzamento – è cruciale che ciascuno sappia inequivocabilmente cosa deve fare e che i progressi saranno valutati con frequenza variabile, a secondo delle capacità. Studi di psicologia e di neuro-fisiologia, hanno dimostrato che il cervello lavora meglio quando sa che ha un obiettivo da raggiungere e che sarà misurato in relazione ad esso: questo lo rende attento e focalizzato sulla performance. Nella relazione tra leader e follower, è utile che il primo sappia coordinarsi con il secondo per concordare l’obiettivo e stabilire tempi e modi per i vari monitoraggi.
  2. Stabilire chiaramente le aspettative e i parametri di un lavoro ben fatto – chi esegue un’attività dovrebbe conoscere a priori quali sono i criteri quantitativi e qualitativi che si valuteranno per dire se il lavoro sia eccellente, buono o appena sufficiente. Non basta quindi ragionare solo per obiettivi raggiunti o meno, se vogliamo ragionare sullo sviluppo e sull’assunzione di responsabilità individuali. Tra i parametri da valutare per discriminare c’è anche il fattore tempo, sempre più fondamentale nella vita e nel business di questi anni.
  3. Produrre feedback adeguati, coerenti e tempestivi – un leader, tra le sue responsabilità, ha quella di produrre tra i suoi collaboratori conoscenza e indipendenza. Quanto più sarà in grado di essere capace di dare feedback costruttivi, tanto più sarà capace di generare apprendimento e autonomia crescente nel suo gruppo.
  4. Modulare la frequenza delle comunicazioni correlate alle attività – al leader è richiesta una sensibilità particolare per valutare quando essere più presente con il suo collaboratore o quando, invece, defilarsi per promuoverne la responsabilità e l’autonomia. Questo dipende dallo stadio di sviluppo e di competenza del collaboratore stesso.

Se quanto appena scritto si realizza, abbiamo una certa probabilità che chi lavora nell’organizzazione sappia muoversi con capacità all’interno delle sue mansioni e abbia anche un buon livello di soddisfazione. Inoltre coloro che sono soddisfatti sul lavoro, tenderanno a creare un circuito positivo in tutte le loro relazioni professionali e con il loro supervisore si avranno maggiori occasioni per confrontarsi insieme su temi di lavoro, creando un circuito positivo di crescita reciproca e di fiducia adatta per arrivare a risultati sempre maggiori.

In realtà sappiamo bene come spesso le cose siano molto più articolate rispetto a quanto scritto: altri elementi (emozioni, possibilità pratiche, momenti di incertezza del mercato, etc.) si interfacciano tra loro e rendono la vita delle organizzazioni non serena. È anche vero però che se la cultura dell’organizzazione è imperniata sui quattro punti scritti, le cose possono essere migliori e le emergenze gestite con più agilità.

 

 

Noemi Servizio