Il tempo secondo il nostro cervello pt.1

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Il tempo non sempre gioca a nostro favore. Capita spesso, infatti, di ritrovarsi a gestire scadenze ravvicinate e appuntamenti sempre più prossimi avendo poche ore a disposizione. Tale pressione, però, non solo ci procura un notevole stress, ma pregiudica anche la qualità dei compiti che portiamo a termine. Efficacia e produttività tendono, infatti, a ridursi quando andiamo di fretta compromettendo una nostra buona riuscita. Come è possibile evitare certe situazioni? Perché alcuni sanno organizzare i propri impegni entro il tempo prestabilito mentre altri non ci riescono? In che modo possiamo cambiare?

Le risposte più soddisfacenti ci vengono fornite a tal proposito dagli studi condotti sul cervello. In particolare, sembra che la mente possa influenzare la percezione del tempo ricorrendo agli orologi interni che coordinano le nostre funzioni biologiche. L’essere umano obbedisce, infatti, a dei ritmi circadiani che scandiscono il susseguirsi delle attività corporee nell’arco dell’intera giornata. Tale ciclo viene gestito da un gruppo di cellule presenti nell’ipotalamo che prendono il nome di nucleo soprachiasmatico (SCN).

Viviamo il trascorrere dei secondi in maniera diversa a seconda delle emozioni che proviamo; quelle belle appaiono fuggevoli non solo perchè ce le godiamo pienamente, ma anche a causa della dopamina che ha accelerato il nostro ritmo biologico. Al contrario, se l’organismo produce scarse quantità di suddetta sostanza, i minuti sembrano succedersi lentamente perché il nostro meccanismo regolatore interno ha rallentato la sua frequenza. Queste condizioni si verificano, non a caso, quando siamo tristi, annoiati o depressi.

La percezione del tempo è strettamente soggettiva e risponde alle abitudini di pensiero e di comportamento a cui siamo avvezzi. Per capire come poter intervenire sulla produttività è, quindi, necessario conoscere innanzitutto le attitudini maturate dal cervello. Le ricerche compiute da Emergenetics Int. hanno evidenziato come la nostra mente sia in grado di combinare il pensiero astratto/concreto con quello convergente/divergente in quattro modi diversi che corrispondono ad altrettanti stili di ragionamento:

  • Concettuale: divergente-astratto;
  • Sociale: divergente-concreto;
  • Strutturale: convergente-concreto;
  • Analitico: convergente-astratto.

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