Cambiare le abitudini dell’abitudine pt.2

habits

Il ciclo delle abitudini

Quando manifestiamo un comportamento abituale si mette in moto un processo circolare che è costituito dalla spinta ad attuare la routine, dalla consuetudine stessa e dalla ricompensa che si otterrà nel mettere in pratica tale azione.

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Una gratificazione è, infatti, fondamentale per il cervello che senza un incentivo, spesso inconsapevole, non sarà in grado di ricordare lo schema e di dar, quindi, vita a una nuova routine. Prendiamo come esempio l’abitudine di andare a correre o fare jogging.

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La spinta, in questo caso, potrebbe essere rappresentata dal gesto dell’infilarsi le scarpe da corsa o dall’essersi svegliati a una certa ora del mattino. A volte non è la routine ad attrarci, ma la sensazione che ci regala la sua realizzazione. La ricompensa nel caso del jogging potrebbe, quindi, esserci conferita dal benessere che procura quella specifica attività, dal tempo che ci si è dedicati, dall’obiettivo sportivo che si vuole raggiungere e che si percepisce sempre più vicino.

 

Le abitudini al lavoro

Molte sono le abitudini a cui ci affidiamo quando svolgiamo dei compiti in ufficio, ma purtroppo non tutte favoriscono la resa della performance e il miglioramento della produttività. Analizziamo, in particolare, come funziona la risposta a un particolare tipo di distrazione. La notifica dell’arrivo di un nuovo messaggio di posta elettronica può comparire sul nostro monitor quando siamo intenti, ad esempio, a sbrigare qualche incombenza lavorativa al computer. Si potrebbe facilmente ignorare questo piccolo diversivo, ma spesso si cede alla tentazione e si apre il messaggio.

Tale modo di fare è perfettamente normale e risponde all’esigenza di una parte del nostro cervello di andare alla continua ricerca di novità e di svago. La tendenza a farsi distrarre da ciò che appare sullo schermo è conosciuta come la “Sindrome dell’oggetto luminoso” e viene molto usata nel marketing quando con dei pop-up si cerca di attirare lo sguardo e, quindi, l’attenzione dell’utente.

In questo caso la spinta è data dal messaggio, la routine potrebbe essere rappresentata dalla scelta di leggere l’e-mail, mentre la ricompensa ci sarebbe conferita dalla cancellazione della notifica o dal soddisfacimento della curiosità che ha regalato al nostro cervello un po’ di dopamina, un ormone in grado di influenzare positivamente l’umore.

 

 

Noemi Servizio