Decision making: l’arte della scelta pt.1

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Non importa quanto tu possa considerarti un maestro nel saper prendere una decisione importante. E’ molto probabile che anche tu abbia a volte optato per un’alternativa che si è poi rivelata poco efficace.

Le scelte che si compiono ogni giorno, infatti, vengono spesso influenzate da: emozioni, pregiudizi, errori di valutazione, semplificazioni eccessive e scorciatoie mentali.

Come si può compiere una scelta più opportuna? Qual è il modo migliore per prendere una decisione cruciale?

Esistono una serie di strategie che si sono dimostrate utili nel ridurre al minimo le distorsioni cognitive.

 

1. Darsi del tempo

Recenti ricerche hanno scoperto che effettuare una scelta con ritardo, anche se leggero, può portare a una maggiore accuratezza. Per prendere una decisione che corrisponda alla scelta migliore, basta, quindi, concedersi un paio d’ore o addirittura pochi secondi in più.

In uno studio pubblicato sulla rivista PLoS One, i ricercatori del Columbia University Medical Center hanno impegnato dei volontari in alcune attività al computer. I tempi di risposta, però, erano diversi. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che aumentando il periodo di visualizzazione dello stimolo, la precisione cresceva.

Posticipare l’inizio del processo decisionale di 50 fino a 100 millisecondi consente, infatti, al cervello di focalizzare l’attenzione sulle informazioni più rimportanti e di bloccare i distrattori irrilevanti. In questo modo, il cervello rimanda semplicemente l’inizio del processo decisionale a un momento più opportuno.

Se ci si trova di fronte a un dilemma da risolvere, perciò, vale la pena di prendersi una breve pausa e di concentrasi sulle diverse opzioni disponibili. Anche un piccolo ritardo, infatti, potrebbe favorire un’analisi più accurata.

 

2. Sviluppare l’intelligenza emotiva

Una ricerca condotta dall’Università di Toronto mostra che chi è dotato di un’intelligenza emotiva più spiccata tende a prendere delle decisioni migliori. Lo studio, pubblicato sulla rivista Psychological Science, ha, infatti, coinvolto partecipanti con bassi e alti livelli d’intelligenza emotiva. Gli studiosi hanno scoperto che:

  • chi possiede una scarsa competenza in tale campo tende a far prevalere la propria ansia influenzando inevitabilmente qualsiasi decisione;
  • coloro che, invece, dispongono in larga misura del sopracitato fattore gestiscono meglio i problemi e le scelte da attuare.

Se una decisione importante, quindi, causa spesso degli stati ansiosi, si potrebbe cercare di migliorare la propria intelligenza emotiva.

Le persone spesso prendono decisioni che sono influenzate dalle emozioni e che non hanno nulla a che fare con le situazioni che dovrebbero valutare, ha spiegato uno dei coautori dello studio, Stéphane Côté, professore presso l’Università di Toronto. Se le persone non abbandonano gli stati emotivi che gli procurano ansia non possono concentrarsi. Potrebbe, però, risultare conveniente utilizzare le emozioni legate alla questione corrente.

Gli individui emotivamente intelligenti non rimuovono tutte le emozioni dal loro processo decisionale, ha spiegato il professor Côté, ma eliminano solo quelle che non hanno a che fare con la decisione.

 

 

Noemi Servizio