Welfare aziendale: utile, ma trascurato pt.1

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Il welfare aziendale, molto apprezzato dai lavoratori, rappresenta ancora per la maggior parte delle imprese uno strumento di sostegno poco sfruttato. Infatti, anche se le organizzazioni sono ben consce di quanto tali proposte vengano giudicate positivamente, appaiono comunque restie a implementare dei servizi capaci di agevolare i collaboratori nel disbrigo delle proprie incombenze professionali e/o personali. La causa di questa reticenza va rintracciata nel costo di realizzazione di tali provvedimenti e nella scarsa attenzione prestata alle esigenze concrete dei lavoratori.

Lo studio “Benefits Trends Survey”, condotto da Willis Towers Watson su 1.274 aziende europee (131 le italiane), mediorientali e africane, mette in luce tale evidenza. Lo Stato risponde sempre meno ai bisogni delle persone, le imprese lo sanno, ma fanno ancora ben poco per porvi rimedio. Infatti, nonostante i vantaggi in termini di ricavi e di produttività siano tanti, ben il 58% delle imprese presenti in Europa occidentale non ha intenzione di promuovere delle iniziative rivolte al welfare aziendale. Questa mancanza si rispecchia inevitabilmente sulla soddisfazione dei lavoratori che rivendicano nel 44% dei casi l’assenza di un piano di supporto organizzativo adeguato alle loro necessità.

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Cesare Lai, responsabile welfare & benefits di Willis Towers Watson Italia, pone l’accento su un’altra tendenza molto diffusa: l’attuazione di misure già sperimentate altrove e scelte non perché più confacenti alle esigenze delle proprie risorse, ma per il riscontro favorevole che hanno ottenuto in un contesto diverso. Così facendo, è, però, possibile incappare in uno scollamento tra quelle che sono le politiche di benefit già presenti in azienda e le nuove proposte avanzate.

L’indagine “Benefits Trends Survey” sottolinea, poi, l’importanza che per i lavoratori rivestono l’assistenza sanitaria e la salvaguardia finanziaria sempre più trascurate dalle istituzioni. A fronte di tale richiesta, il 71% delle imprese asserisce che nell’arco dei prossimi tre anni saranno realizzati degli interventi ad hoc in grado di rispondere a suddette priorità. Allo stesso tempo circa il 44% delle organizzazioni medita di attivare nell’immediato un programma di welfare aziendale. In entrambi i casi, la mancanza di specificità e determinatezza rendono tali intenti apprezzabili, ma ancora troppo incerti se non tradotti presto in un definito piano d’azione.

 

 

Noemi Servizio