La vita emozionale del cervello pt.2

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Davidson propone anche delle definizioni. Ad esempio un “coscienzioso” sarebbe una persona con una Intuitività Sociale ben sviluppata ed un’Attenzione altrettanto pronta, mentre un “impulsivo” avrebbe una scarsa Auto-consapevolezza ed un’Attenzione non focalizzata.
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Secondo Davidson “non esiste una formula ideale per il miglior stile emozionale”. Per un programmatore di computer, avere una bassa Intuitività Sociale non rappresenterebbe un enorme problema (almeno finché è davanti al monitor). Invece qualcuno con un’Attenzione bassa sarebbe perfetto per attività che richiedano attitudine al multi-tasking.
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I percorsi neurali che determinano le nostre emozioni sarebbero in parte genetici, quindi ereditari per una percentuale presumibilmente non superiore 50%. Ne consegue che l’ambiente e le esperienze hanno un impatto fondamentale per il nostro approccio emozionale.
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La “neuroplasticità” è l’abilità del nostro cervello di modificarsi e riorganizzarsi in funzione delle nostre esperienze e della pratica. Questo indica che, seppur abbiamo una specie di “riflesso condizionato” a comportarci secondo il nostro stile emozionale naturale, l’esercizio e la pratica possono modificare il nostro cervello e quindi i comportamenti, le emozioni e le capacità.
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Un esempio: se volessimo aumentare la nostra Intuitività Sociale, abituiamoci ad osservare gli altri e a provare ad indovinare di cosa stiano parlando e quale emozione stanno esprimendo. Osservare le espressioni facciali e il linguaggio del corpo degli altri (oltre che il nostro) ci fornisce certamente spunti utili per una maggiore capacità di leggere il mondo intorno a noi.
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Mario Maresca