Il tempo secondo il nostro cervello pt.2

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Ogni persona adopera i quattro stili di pensiero, ma tende a prediligerne uno in particolare. Il patrimonio genetico che possediamo e le esperienze personali che maturiamo influenzano, infatti, il nostro modo di pensare. Per tali motivi ciascuno di noi userà principalmente gli stili di ragionamento a cui è più abituato e che gli costano meno fatica. Queste preferenze condizioneranno di conseguenza i metodi con cui l’individuo interagirà con gli altri, risolverà i problemi, gestirà il tempo.

Ad esempio:

  • Una persona che ricorre al pensiero concettuale manifesta un’ottima attitudine strategica, ma difficilmente riesce a mantenere costante il proprio interesse nel tempo.
  • Coloro che si avvalgono di un pensiero di tipo sociale evidenziano una notevole flessibilità nella gestione delle emergenze, ma incontrano delle difficoltà nel sottrarsi alle richieste altrui.
  • Gli individui che utilizzano il pensiero strutturale si mostrano capaci di pianificare in maniera dettagliata i diversi impegni, ma gestiscono con fatica gli imprevisti.
  • Chi esercita uno stile di pensiero analitico è in grado di fissare con una certa facilità le priorità da sbrigare, ma risente sensibilmente del disordine e della confusione.

Pertanto, le nostre diverse attitudini in ambito temporale possono essere agevolmente spiegate attraverso l’osservazione e l’analisi di come il cervello ci porta ad agire.

Il perché di determinati comportamenti va, infatti, ricercato proprio nella nostra mente. Alcuni non riuscendo a dire di no, si caricano di lavoro e non riescono, quindi, a rispettare le scadenze; certi vanno in tilt se sopraggiunge qualche contrattempo; altri sanno perfettamente cosa fare, ma poi si perdono per strada. Molti sono gli esempi che potrebbero essere riportati a proposito; tutti riconducibili al tipo di ragionamento a cui facciamo riferimento.

Serve, allora, comprendere pienamente cosa ci guida nel nostro modo di intendere il tempo per intervenire in maniera efficace sulle strategie che mettiamo in atto, evitando di ricorrere a delle tecniche utili nel breve periodo, ma a lungo termine poco sostenibili o addirittura deleterie.

E’, perciò, necessario andare oltre gli effetti che tali consuetudini producono, cercando di intervenire in maniera precisa e decisa su ciò che origina la comparsa di tali atteggiamenti poco utili e produttivi.

Una volta individuato il proprio stile di pensiero va, quindi, eliminato quanto in termini di gestione del tempo risulta controproducente. Le abitudini della mente possono variare e come per ogni cambiamento di routine la perseveranza e la costanza faranno la differenza. I benefici che ne otterremo saranno molteplici e riguarderanno non solo noi, ma anche tutti coloro che ci sono accanto.

 

 

Noemi Servizio